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Chiesa Santa Reparata

Il culto per Santa Reparata di Cesarea di Palestina si diffuse ad Atri intorno al 1350 e la venerazione fu tanto grande che la Santa venne proclamata Patrona della città. In quegli anni venne costruita la chiesa a lei dedicata e venne scelto quel sito quasi per equiparare la sua importanza a quella della Cattedrale. La chiesa medievale andò successivamente distrutta e quella che vediamo oggi venne progettata e ricostruita nel Settecento da Giovan Battista Gianni. La facciata è prevalentemente barocca ed il portale in laterizio è sormontato da un timpano arrotondato che poggia su due colonne rotonde. Nella soprastante lunetta è la statua in pietra trecentesca di S.Reparata che poggia su due leoni angioini ed ha intorno la scritta “Pietate resurgam Adria iam Reparate opibus”. In alto è un finestrone rettangolare con decorazioni barocche e la facciata culmina con un timpano. All’interno, a croce greca, sono alcuni altari barocchi, mentre al centro della chiesa, sotto la cupola, a copertura dell’altare si trova un bellissimo baldacchino in legno di noce, opera di tale Carlo Riccione “della Montagna di Roseto” (comprensorio dell’attuale Crognaleto), costruito in 13 anni (dal 1677 al 1690) tenendo a modello il famoso baldacchino del Bernini in S.Pietro. Una delle caratteristiche della chiesa è la cupola ottagonale, costruita in mattoncini e con una finestrella per ognuno dei suoi otto lati. La lanterna è rotonda ed è sormontata dalla palla con una grande croce. Nella cantoria è un grande organo in legno dorato realizzato tra il 1761 ed il 1765 dall’organaro atriano Adriano Fedri (1719-1797).
F. Mosca "PaesiTeramani.it"
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