Valle Castellana

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Castel Manfrino

Forse fatto costruire dal Re Manfredi di Svevia (1232-1266), figlio di Federico II, sui resti di un fortilizio longobardo, a sua volta probabilmente sorto sui resti di una fortificazione romana, aveva il compito di fronteggiare l’eventuale invasione del Regno di Sicilia da parte delle truppe francesi di Carlo d’Angiò (1226-1285), presidiando proprio il territorio del confine tra il Regno Pontificio ed il Regno di Sicilia. I suoi ruderi, visibili ancora oggi da molto lontano, sono costituiti essenzialmente da porzioni di mura perimetrali costruite con grosse pietre di fiume squadrate che disegnano una pianta rettangolare allungata con estensione da Nord a Sud di circa 120 metri. La larghezza varia da 8 a 20 metri. Si intuisce la presenza di tre torri di cui la maggiore, la più settentrionale, ha preso il nome di Torrione Angioino. La torre più a Sud, a strapiombo sulle gole del fiume Salinello, era la Torre Sveva e quella di centro, il Maschio, era la parte più difesa del castello, dimora del castellano. All’interno delle mura si individua un piccolo edificio a pianta quadrangolare sui resti delle cui mura si individuano tracce di affreschi, molto probabilmente una piccola cappella. Circondato da un alone di leggende e di eroismi, conservò una notevole importanza strategica fino agli inizi del Cinquecento, quando l’uso della polvere da sparo per scopi bellici ne sminuì la funzione e dichiarò la progressiva decadenza di tutte le fortezze di questo genere.
F. Mosca "PaesiTeramani.it"
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