L'Aquila

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La Perdonanza Celestiniana

Subito dopo l'incoronazione Celestino V concesse una particolare indulgenza plenaria, detta poi Perdonanza, che riscattava dalla pena e dalla colpa, quanti avessero devotamente visitato la basilica, ogni anno dai vespri del 28 agosto a quelli del 29. Benché i pontefici fossero soliti elargire vari privilegi, in occasione dell'ascesa al soglio, tuttavia quello di Celestino V risultò un evento del tutto straordinario. Fino al 1294 l'indulgenza plenaria era stata concessa solo due volte: la prima da Urbano II a favore dei crociati in partenza verso la Terra santa (1051) e la seconda per la Porziuncola di Assisi. Il Perdono apparve subito un'importante occasione per incrementare il potere della città, tanto che il 29 settembre la cancelleria del papa formalizzò la concessione con una bolla che fu affidata all'autorità laica de L'Aquila e conservata nell'archivio comunale. Stando alle parole dettate da Celestino V, per lucrare la indulgenza è necessario che i devoti, dopo essersi confessati e comunicati, recitino, nell'arco temporale sopradescritto, all'interno della basilica il Credo e il Padre Nostro. Solo nel ‘400 invalse l'uso, ad imitazione di quanto avveniva in occasione dei giubilei nelle basiliche patriarcali romane, di entrare a Collemaggio dalla Porta Santa. La consuetudine, invece, di recare con un solenne corteo la bolla affinché fosse letta e mostrata al popolo dalla torre che si erge a destra della facciata, è pressoché coeva alla concessione.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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