Cappadocia

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La Trinità

La festa della Trinità che cade la settimana dopo Pentecoste è una delle più sentite a livello popolare. Sul far del giorno, sulla loggia che si apre dinnanzi alla cappella della Trinità si affaccia un gruppo di giovani donne, vestite di bianco, dette comunemente zitelle che, dinnanzi ad una antichissima statua raffigurante Gesù Cristo deposto dalla croce, intonano le strofe di un antico pianto medioevale in cui rappresentano le vicende della Passione, con accenti di grande partecipazione emotiva. Il ruolo di zitelle è affidato alle donne nubili di alcune famiglie di Vallepietra, che si tramandano ereditariamente il privilegio. Dopo aver ascoltato il Pianto delle zitelle, che ha termine con il sorgere del giorno, i pellegrini cominciano ad entrare nella grotta-santuario dedicata alla Trinità, ripetendo una progressione rituale che impone di entrare dalla porta est e di uscire da quella ovest. All'interno della grotta, dove è conservato un antico affresco raffigurante le Tre Persone divine, i devoti toccano con la mano destra le pareti di roccia e spesso strisciano in ginocchio. Una volta usciti, si recano presso la grotta di Sant'Anna, nelle cui vicinanze sgorga una sorgente miracolosa e, dopo essersi lavati il viso con quell'acqua, si provvedono di un bastone di rami intrecciati, terminante a tre punte che ornano di ghirlande di fiori e dell'immagine della Santissima Trinità. Di fiori si cingono anche il capo, le donne ponendosi sui capelli una corona, gli uomini indossando un cappello, ornato tutto intorno alla tesa di corolle variopinte.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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