Citata solo nella bolla del 1188 e gravemente danneggiata da un incendio nel 1860, fu ricostruita presumibilmente seguendo la tipologia originaria e conservandone le parti ancora utilizzabili, come potrebbe far pensare una struttura absidale sul lato posteriore, interamente spartita da grandi arconi a pieno sesto, ora usata come magazzino ma in origine facente corpo con la chiesa. Da notare sulla sinistra della facciata una lunetta con arco in pietre di spoglio decorate con girali che racchiudono foglie o fiori. Le pietre appartenevano a strutture diverse ma con ogni probabilità pertinenti alla stessa chiesa, e quel che conta e che lo stile di queste decorazioni e indiscutibilmente romanico, databile allo stesso periodo dei portali di S. Maria in Cellis di Carsoli (prima metà del secolo XII). L’affresco raffigura la Madonna col Bambino tra due santi, ma e troppo malconcio per tentarne una datazione.
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