Capitignano

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Palazzo Ricci

Di gusto neoclassico, a pianta quadrangolare, articolato su tre piani, una cappella gentilizia e un giardino, il palazzo è la massima espressione architettonica dell’area. Fatto costruire, probabilmente, da Umberto Ricci nella prima metà del Quattrocento, il palazzo subì nel tempo ampliamenti e rifacimenti, tra cui il restauro degli architetti Raffaele e Giovanni Stern nel 1783, consigliati alla famiglia Ricci da Papa Pio VI Braschi, con cui i nobili di Mopolino intrattenevano rapporti di amicizia. In seguito, nel 1839, il palazzo fu ripristinato in parte su disegno del Valadier. La facciata è composta da tre ordini di finestre, più le cantine. Da una scala nobiliare si accede al primo piano e poi al salone principale del palazzo e ai sei vani. Al secondo piano ci sono dieci locali per la servitù. Alla facciata principale è addossata la costruzione della cappella di S. Domenico. Inoltre, su due angoli del palazzo, sono presenti due torrioni sporgenti, per la vigilanza. L’edificio è costruito con pietrame d’arenaria e travertino. Le decorazioni interne del palazzo ripetono motivi floreali, a rilievo, e scene di caccia. Al centro della facciata principale c’è un grande portone d’ingresso di pietra arenaria e sopra, nella seconda fila di finestre rettangolari, nicchie con busti, festoni in gesso e stucchi in stile neoclassico.
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