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Festa San Michele Arcangelo

Secondo l'immaginario popolare San Michele Arcangelo, prima di fermarsi sul Gargano, scese a Liscia ed apparve in una grotta, posta poco fuori l'abitato, dove da allora gli fu tributato un culto solenne e profondamente radicato tra la gente del paese e dei dintorni. Il racconto parla anche di episodi miracolosi in cui un bianco vitello si sarebbe rifugiato nella grotta, dove il mandriano lo avrebbe ritrovato inginocchiato davanti all'immagine del Santo. Un'altra leggenda, di origine più recente, attribuisce a San Michele una epifania zoofanica. Sotto le sembianze di un vitello bianco l'Angelo avrebbe fatto numerose apparizioni nel territorio circostante tra Liscia, Palmoli e San Buono, fino a quando un contadino non avrebbe tentato di fermarlo a colpi di fucile. Il Santo però, alzando la zampa avrebbe sviato il colpo. A ricordo dell'evento miracoloso la statua di San Michele reca in mano una palla di piombo che è considerata dai devoti una potente reliquia. La mattina dell'8 maggio la grotta di Liscia è meta di numerosi pellegrini che, giunti sul luogo di culto, dopo le celebrazioni liturgiche, ripetono una serie di rituali litici ed idrici, toccando le pareti della roccia su cui strofinano fazzoletti ed oggetti sacri e bevendo l'acqua di una sorgente che stilla tra le stalattiti ed è ritenuta taumaturgica. La festa si conclude con una scampagnata nel vicino boschetto, dove i devoti si riuniscono in gruppi familiari per consumare in compagnia un cibo che, in questo caso, acquista un valore quasi rituale: la famosa ventricina di maiale che da queste parti è assai prelibata.
M. C. Nicolai "Rivista D'Abruzzo"
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